Contemporaneamente a questo cambiamento spaziale, il tempo si era fermato e le ore giravano in totale distorsione. Ho trovato conforto in ogni immagine di questa serie che riecheggiava un mio giorno o uno dei miei pensieri. A volte chiuso e senza speranza, a volte aperto a un ideale altrove. Questi luoghi deserti o deserti? Dove il tempo è congelato, continua a vivere in me come piccoli mondi interiori dove posso scappare.
È un insieme di finestre che a volte sono cieche, a volte simboleggiate, a volte conducono a un esterno fantasticato. Queste finestre ci rimandano alla nostra interiorità e ci interrogano sulla nostra capacità di proiezione e sul potere dell’immaginazione. A causa del confinamento, la finestra è diventata il nostro unico punto di osservazione verso un esterno irraggiungibile.
Allora mi venne in mente l’allegoria della caverna. Questo mondo esterno che mi era proibito, un’illusione di una realtà della vita durante un periodo così strano era diventata la mia realtà. Una distanza si è imposta nella mia percezione del mondo esterno. Quello che osservavo dalla mia finestra aveva assunto per me lo stesso significato di una serie di inquadrature organizzate come scenografie teatrali. La finzione aveva preso parte alla mia vita quotidiana.
Thomas jorion